Le fonti

La fonte di GUALDO

Negli archivi comunali troviamo le prime notizie fin dal 1492:

1492 ” Mossi dalla liberalità di Innocenza Vili i castellani fabbricano un ponte lavatoio alla Porta del Cassero, costruiscono la fonte di Gualdo, e nella piazza del Varugliano la cisterna , rifanno di mattoni il ponte della Pescara e commettono a Mastro Tiberio da Fabriano la costruzione della Torre del Palazzo Priorale.

– 25/08/1510 viene restaurata la Fonte di Gualdo

– ” 11 Settembre 1602 è stato gettato un cane morto nella fonte di Gualdo: è questo un enorme delitto. Si cerchi il delinquente e si castighi come s’è stabilito nell’adunanza del 28 Ottobre – tutti quelli che saranno trovati o con bestie a beverare in dette fonti buone, ovvero gettarci bruttura alcuna, o a lavarci panni o altre cose, ovvero smerrare o con ferro o con altro istrumento, percuotere o guastare dette fonti, codino in pena di scudi 10 e di tre tratti di corda e che non possano essere graziati da nessuno senza ordine del presente consiglio. Nell’adunanza odierna si aggiunge che non sia lecito a nessuno mettere dentro a dette fonti, ne barili, ne bigonci, ne altre cose sporche, sotto le medesime pene”.

La fonte è stata restaurata nel 2003 nello stato attuale dopo anni di abbandono dando inizio al recupero e restauro anche delle altre fonti storiche

La fonte di Catignano (o Catignà)

Questa fonte è stata per molti anni sotto un paio di metri di terreno agricolo. Dopo il restauro della fonte di Gualdo si è iniziato a ricercare questa fonte e dopo alcuni tentativi essa è venuta allo scoperto. Purtroppo la presenza di una fognatura ne ha interrotto il recupero ed ora con l’incuria e l’abbandono sta “scomparendo” di nuovo

Fonte della “concia”

Questa fonte, situata nell’attuale Via Concia, il cui restauro è iniziato nel 2005 e terminato l’anno successivo con una cerimonia di inaugurazione avvenuta il 24 febbraio 2006, veniva usata per la concia delle pelli animali.

Da una ricerca dello storico Renzo Bislani abbiamo tratto queste notizie sull’origine della contrada Concia con la sua fonte:

…Tra il XV e il XVI secolo la contemporanea presenza di boschi di cerri e pioppi, la forte presenza di acqua sia sorgiva che paludosa e gli allevamenti soprattutto di pecore e capre, hanno dato l’opportunità ai castellani di sviluppare un’attività a carattere familiare – la concia delle pelli – con un lavoro non specializzato e con una manodopera occupata anche in altre attività, per esempio quelle agrarie e pastorali. A causa dei forti e sgradevoli odori delle acque utilizzate per tale attività sia durante le lavorazioni che soprattutto dei liquami di scarico prodotte, per evidenti motivi igienico sanitari ed ambientali l’autorità comunale avrà sicuramente indicato un’altra zona più adatta allo scopo. L’attività conciaria, seppure svolta da una minoranza della popolazione castellana, si attesta così nella contrada (appunto La Concia) tra Valleoscura, Gualdo e Montecucco,  ove era presente un fosso d’acqua o fonte,  in una zona esposta a settentrione e  non abitabile per il freddo, l’umidità e mancanza di luce, nella strada che porta al Ponte Asciato (sostituita nella seconda metà dell’Ottocento dalla strada della stazione ferroviaria) e che si unisce a quella dell’Abadia di Osimo. La scelta era stata opportuna per via delle acque lorde di refluo inquinanti e per il “puzzore”.  Tale attività era favorita dal grande numero di velli e manti di animali che si allevavano, dalla  acqua disponibile e dalla forte quantità di materiale tannante insito nella rigogliosa vegetazione boschiva. L’avvento dei telai ed il fiorente mercato dei cotoni segna definitivamente la fine di quella attività marginale già in crisi, in quanto impianto produttivo rimasto a livello primordiale e non seguito dalla seconda fase della lavorazione e soprattutto da quella commerciale…

La fonte del Cenciarello

Questa fonte si trova in fondo alla Via Leoncavallo sotto la scarpata a valle del vecchio stadio comunale. La sua vasca di raccolta è stata coperta in occasione della sistemazione della strada.

La Fontanella o fonte delle Sgogge

sgorga lungo  le curve della strada che conduce alla Stazione di Osimo-Castelfidardo, fino agli anni 70-80 dello scorso secolo era una sorgente naturale di acqua sorgiva ” salutare “. Con i trattamenti chimici della sovrastante campagna purtroppo l’acqua non è più potabile!!!

La fonte dell’olivo

Questa fonte, usata anche come lavatoio, sorge lungo la strada Camerano-Loreto e precisamente nella vallata tra San Rocchetto e le Crocette

Da una ricerca dello storico Renzo Bislani:

1624 L’orator di Castello all’adunanza della Congregazione Provinciale propone all’assemblea che si faccia riattare a spese di tutti i comuni della provincia “una fontana pubblica posta nella strada romana verso Ancona detta la fonte dell’olivo, dove è anco l’arme della provincia, per commodo dei paseggieri che si portano alla divotione della Santa Casa” (Il Parlamento p.126 – Cecchi,16)